The Real me

Xarabas & Abel

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    Giravo da giorni in quei boschi, in realtà da anni, ma molto probabilmente non capivo la minima differenza, dato che ero passato dalla montagnola da cui ero stato messo a quei maledetti boschi. Il mio vestito si stava deteriorando sempre di più, sì quello da cadetto militare, credo li chiamassero scout. Sentivo sempre quel bruciore dentro, sentivo la mia rabbia sempre spingermi sempre vicino a dove sentivo qualcosa come sentimenti negativi, oltre a cacciare conigli con trappole, per mangiare. Quel coltellino era piccolo, ma la natura umana era così, dovevo nutrirmi, ero un animale. Dopo un po', parecchio tempo, e dopo aver rubato da una casa mobile qualcosa, che era messa lì, dovetti rompere quel vetro di quella specie di materiale metallico per entrare dentro, sentii un guaito. Odorando mi sembrava un lupo e così corsi notando una scena che mi avrebbe fatto incavolare sempre di più, sempre peggio. Un cucciolo aveva la sua zampa dentro una tagliola e due figure adulte si stavano per avvicinare, con fine non troppo bello. Appena la mia rabbia crebbe fino all'impossibile balzai per soccorrere il lupetto, graffiando la gamba di uno.
    "Stupidi cani di cacciatori, ve la prendete con un povero cucciolo di lupo? Bene ora avrete qualcosa di peggio da sgranocchiare."
    Appena uno dei due rise lo colpì con qualcosa come una specie di aura nera dalla mia mano, balzandolo contro un albero, spaventando l'altro. era diventato, quello colpito, la mia preda, cosa che attinsi a quell'energia, bloccandolo con il collo, strozzandolo, mentre porsi il coltello sulla mano sinistra.
    "Odio, odio, odio voi cacciatori. Colpire un povero cucciolo di lupo. Tu liberalo subito oppure il tuo amico si ritroverà con una testa di meno, e poi passerò a te direttamente."
    Ero un mostro, un orribile mostro, ma ero così.
    Liberato il lupetto zompettò a leccarmi la mano, quasi a dire di graziarli.
    "Il lupo vi grazia, ma se vi becco ancora siete morti prima del tempo."
    Presi un lembo della maglietta, mettendo dell'acqua, qualcosa per pulire la ferita e avvolgerla, per curarlo un po'. Sentì un dolore incredibile quella piccola creatura, ma non fece nulla, tranne che mordermi la prima volta, ma lo capivo per bene, ero come lui.

    « Se devo mostrare il vero me fatevi pure avanti.
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    Edited by BlackIce - 3/9/2019, 19:35
     
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    Abel Hopper - 34 - Segugio Infernale - Chris Evans
    Terminato un altro turno di lavoro -un notturno, questa volta- e salutato Cooper, Abel si incammina verso casa. Vuole camminare, ne ha bisogno per schiarire la mente. Gli piace il momento che precede l’alba perché la città è ancora addormentata, le strade sono vuote e silenziose e i primi raggi di luce che allontanano la notte sanno di purezza e vittoria. Cammina, Abel, senza rendersi conto di aver passato l’incrocio verso casa sua. Quando se ne accorge è già a metà isolato, ma non ha voglia di rincasare. È stanco, il suo corpo vorrebbe dormire, ma non è un’esigenza imminente e Abel può resistere ancora un po’. Forse tutti quei caffè bevuti durante l’appostamento non aiutano Morfeo a raggiungere il detective, ma poco importa. Ultimamente Abel è abituato a dormire poco e non per mancanza di occasioni. Il lavoro non è aumentato, ma è la sua mente che gli impedisce di riposare e anche quando si corica pensieri stancanti gli impediscono di concedersi a un sonno rigeneratore.
    Cammina e raggiunge la foresta che abbraccia Shantegan. È quasi convinto a tornare sui suoi passi e andare a casa quando un urlo attira la sua attenzione. Ormai il sole è comparso interamente dalla linea dell’orizzonte e illumina a giorno la cittadina. Abel indossa ancora l’uniforme, è armato e il suo distintivo brilla all’altezza del cuore. Si volta verso la direzione da cui è provenuto il grido. È abbastanza lontano, quindi lascia la pistola nella fondina e si incammina abbandonando il sentiero. Qualcosa, in lui, si accende, acuendogli i sensi. Non è il sesto senso da poliziotto, non è una sensazione conosciuta e familiare. È qualcosa di diverso, qualcosa che gli è stato innescato da poco. Non è molto che Abel si è scoperto segugio infernale e ancora non è abituato a gestire le proprie abilità. Al momento, il segugio dentro di lui è ancora un estraneo e forse resterà sempre tale, considerando il distaccamento che il poliziotto nutre nei riguardi dell’universo sovrannaturale. È il segugio infernale che si mette in allerta e che spinge i muscoli dell’uomo a ingrossarsi e a prepararsi a un eventuale sforzo fisico e, chissà, forse anche a uno scontro. Con un po’ di fortuna e abilità -Abel è piuttosto capace a seguire tracce e impronte-, l’uomo raggiunge un ragazzino. Indossa una divisa da scout, ma sembra essere da solo. È sporco di sangue e si trova in un contesto che solleva più di una domanda. Nonostante quello davanti a sé sia solo un bambino, Abel avverte un’intensa ondata di pericolo che lo spinge a sfoderare la pistola e puntarla davanti a sé.
    «Agente Hopper, Squadra Omicidi» si presenta, come da manuale. «Cosa sta succedendo qui?» chiede, abbracciando con gli occhi lo scenario davanti a sé e rivolgendosi ai presenti visibilmente sconvolti.

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    d3emxg7

    In quel momento, nel bosco, ebbi una sensazione strana, che sembrava derivare dal mio stesso interno. Come una specie di ruggito interno, a vedere quella figura armata di 'un tubo piegato', che si dichiarava agente Hopper. Un possibile inquisitore? Gli unici agenti che conoscevo erano quelli che mi volevano condannare, ai tempi, chierici crudeli. Non mi sembrava uno di loro, insomma, non così, soprattutto non aveva una croce. IL problema era quello che avevo dentro, che sentivo ruggire, peggio di un leone in gabbia. Perchè temeva quella figura. Quelle due figure, quei due cacciatori iniziarono a dire qualcosa riguardante un potere, come se fossero innocenti. Guardai quella figura, che puntava quel suo tubo strano, mentre il lupetto era stato curato ma era vicino a me, ancora, per poco tempo.
    "Quiei due cacciatori stavano per uccidere questo cuccioletto di lupo. Non doveva succedere, non deve succedere. Li stavo punendo in modo che nessun cacciaotre avrebbe più cacciato questo cucciolo e nessun lupo di questo bosco. La natura è un diritto e DEVE essere rispettato."
    Avevo i miei diritti di replica, non negavo di aver usato qualcosa che era mio. Il lupetto si muoveva spaventato, ferito, mi inginocchiai per fargli qualche carezza.
    "Non ti preoccupare, anche se fosse un inquisitore non se la prenderebbe con te, che sei un cucciolo grazioso, forse con loro, forse con me, soprattutto con me, con quel tubo strano, che non so cosa faccia. I cacciatori che hanno fatto male alla tua famiglia pagheranno con la loro stessa vita quell'atto crudele, parola di Xarabas"
    Mi sentivo sempre così, sempre incompreso, soprattutto da quando ero finito in quel guaio, e dopo che quel disegno di sangue scomparve improvvisamente. Ma non dovevo sconcentrarmi, non sapevo se fidarmi della figura davanti, del fatto che i cacciatori spaventati erano tremanti, come a chiedere l'aiuto di quell'inquisitore, strano.

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